Abbasso gli stereotipi…con un pizzico di Zen!
Avete presente la “sindrome da iperdidattizzazione“, quella patologia che si manifesta in una costante volontà di didattizzare tutto quello che ci capita tra le mani, dal foglietto illustrativo delle medicine alle istruzioni della pentola a pressione?
Alzi la mano chi di noi non ne soffre! 🙂
Scherzi a parte, l’ambiente che ci circonda da sempre rappresenta una grande fonte di ispirazione per noi docenti di italiano LS/L2, mossi come siamo da quell’anelito di esporre i nostri studenti a frammenti di lingua viva ed autentica come input di partenza per la progettazione delle nostre attività e lezioni, soprattutto se individuali.
La foto che vedete qua non è casuale: qualche giorno fa sono rimasta molto colpita da un’installazione in un parco vicino a casa mia, dedicata al tema dell’inclusione e della tolleranza. In modo particolare, a stuzzicare la mia fantasia sono state quelle tessere dedicate agli stereotipi, che giocano sulla contrapposizione tra quanto le generalizzazioni tendono a dire di una cultura e il suo opposto.
Gli stereotipi, seppur non sempre inclusi nelle nostre lezioni, rappresentano un tema che spesso ci troviamo a trattare o perché affrontato nei manuali o perché, naturalmente, fa capolino nelle conversazioni con i nostri studenti. Lungi dal volerli enfatizzare, dedicando loro eccessiva attenzione, è indubbio che pensare ad attività sul tema può essere un’occasione per integrare quanto proposto dai libri o per proporre una lezione un po’ diversa dal solito, proprio come è capitato a me con una delle mie studentesse individuali online.
L’idea che di seguito vi andrò a raccontare si presta benissimo anche per le vostre lezioni in presenza e di gruppo (chi lo sa, magari potremmo parlare nei commenti qua sotto su come adattarla ai gruppi!?).
Tutto è iniziato da un ascolto attivo: T., studentessa livello C1, mi dice che nel fine settimana sarebbe andata in vacanza, a Moneglia, in Liguria.
Essendo io toscana, quasi ligure per posizione della mia città, immediatamente mi è venuto spontaneo – complice il livello alto della studentessa – scherzare un po’ su quanto si dice sui liguri, ovvero la loro tendenza ad essere un po’ inospitali con i turisti (per favore, liguri in ascolto, non odiatemi!).
A questa affermazione, lei stessa mi ha chiesto se nella lezione successiva avremmo potuto parlare più approfonditamente di questo tema. E così ci siamo lasciate con questa promessa.
Raccogliere un suo desiderio è stato per me prioritario, vista la sua forte motivazione ad approfondire il tema. Mi sono messa al lavoro, ispirandomi a quelle tessere che tanto avevano attirato la mia attenzione nel tunnel visitato nel parco.
L’attività, che ho chiamato, ironicamente, “Il mio viaggio a Moneglia: kit di sopravvivenza ai liguri’ si compone di tre parti e copre un’ora esatta di lezione.
Parte 1
Giochiamo con gli stereotipi!
In condivisione schermo, abbiamo letto insieme i commenti sui liguri trovati su questa pagina. Il focus dell’attività era mettere a fuoco gli aggettivi ‘stereotipati’ per poi trascriverli in una lista. Successivamente, abbiamo messo a fuoco i contrari, andando a scardinarne l’aspetto negativo, anche sulla base delle sue opinioni e conoscenze personali dell’Italia e degli italiani.
Parte 2
Abbasso gli stereotipi!
Una volta costruita la nostra lista, abbiamo passato il nostro lavoro lessicale su un mazzo di flashcard creato con Quizlet, così da tenere traccia, in maniera condivisa, del nostro lavoro.
Parte 3
Conosciamo Moneglia!
In condivisione schermo, abbiamo lavorato sui ristoranti di Moneglia, leggendo le recensioni e guardando le foto dei piatti: l’obiettivo era sceglierne uno, magari da visitare proprio durante il suo soggiorno nella cittadina ligure.
Parte 4
Italiano ZEN
Una volta scelto il ristorante, le ho proposto alcuni role – play, partendo da diverse situazioni: io rivestivo la parte del ristoratore ligure scortese e poco ospitale e lei quello della cliente. La sfida del gioco di ruolo era rispondere in modo calmo e pacifico, senza perdere la calma. 😉
Quale modo migliore per affrontare la vacanza senza stress?! 😉
La fine dell’attività completa, e della lezione, è stata celebrata da Tanya con grande entusiamo:
Ci siamo così lasciate con il proposito di condividere le sue impressioni ‘vissute’ in loco, così da confermare o sfare i miti e le generalizzazioni da cui eravamo partite nella nostra lezione.
E così è stato. T., al ritorno dalla sua vacanza, mi ha confermato che gli stereotipi sono solo stereotipi, e che il suo soggiorno ha confermato tutti i suoi bellissimi aggettivi positivi su liguri, Italia ed italiani!
Liguri, adesso potete perdonarmi, spero! <3
E voi, che ne dite? Vi va di provare a giocare con gli stereotipi e di portare un po’ di zen nelle vostre lezioni?
Aspetto con trepidazione le vostre testimonianza.
Buon lavoro!
Silvia
6 Comments
Silvia che fantastico modo per fare questo tipo di lezione. Sei veramente brava!!!❣️ Mi hai ispirato per fare una lezione simile con una mia studentessa che a novembre verrà a Firenze.
Ciao Jennifer, grazie di cuore per il tuo commento. Sono felicissima che la proverai e, mi raccomando, facci sapere com’è andata! Buon lavoro!
Semplicità ed idee chiare contraddinstinguono il tuo bel lavoro, in ogni cosa che fai.
Grazie della condivisione!
Cara Giuliana, grazie, troppo gentile. Fammi sapere se la provi e come va! Un abbraccione
Cara Silvia il feedback della studentessa a fine lezione dice tutto e non c’è bisogno di aggiungere altro, te lo sei proprio meritato 😉 Questo è quello che tutte noi vorremmo sempre sentirci dire dai nostri studenti. Creatività e buona preparazione secondo me sono le carte vincenti e tu sei sempre ben preparata 🙂 I miei piu’ sentiti complimenti. Grazie di tutto e soprattutto per la volontà di condividere e scambiare opinioni con le colleghe, molto nobile da parte tua e apprezzato da parte mia. L’attività degli stereotipi è stata ideata bene perchè al livello C1 ho notato che sono queste le cose che gli studenti cercano oltre a proverbi, curiosità sull’Italia, libri, sono curiosi sui modi di dire, sono interessati all’arte italiana e sul cibo, chiedono di vedere film e quali, ….Ti auguro buon lavoro e buona continuazione 🙂
Carissima Katia, innanzitutto mi scuso tanto per non averti risposto subito. Perdonami. Le tue parole scaldano il cuore…grazie davvero, anche di essere passata di qua e aver lasciato la tua preziosa testimonianza. Auguro anche a te buon lavoro! Un abbraccio.